
“C’è più sabbia in quel luogo che non ne usereste in vent’anni per surrogato della carta assorbente. Tipi faceti vi diranno che le erbacce là bisogna piantarle perché non crescono naturalmente; (…) che un filo d’erba fa un’oasi, e tre fili, a cercarli tutto un giorno, fanno una prateria; (…) e che tutti sono così rinchiusi, sprangati, circondati e ridotti ad isola dall’oceano, che persino alle sedie e alle tavole si trovano talvolta attaccate piccole telline, come alle schiene delle tartarughe di mare.”
“Soltanto il nantuckettese risiede ed esulta nel mare; egli solo, come dice la Bibbia, vi scende su navi, arandolo da cima a fondo come una sua piantagione particolare. Questa è la sua casa: queste le sue faccende (…). Egli vive sul mare, come i galli della prateria sulla prateria; egli si nasconde tra le onde e le scala, come i cacciatori di camosci scalano le Alpi.”
“Come il gabbiano senza riva che al tramonto ripiega le ali e si fa cullare al sonno tra le ondate, così al cadere della notte il nantuckettese, fuori vista da terra, serra le vele e si mette a dormire, mentre sotto il guanciale gli passano a precipizio mandrie di trichechi e di balene”.